Luce alle idee

Luce alle idee

&#8250 Professione Lighting Designer:
progettare la luce per valorizzare gli spazi

di Paola Urbano

È ormai noto come l’uso della luce possa condizionare il benessere fisiologico e psicologico degli individui, rendere più o meno confortevole la permanenza in un luogo, così come influire sulla valorizzazione estetica di un ambiente naturale o costruito.
Questi presupposti, fanno sì che oggi sono in molti a voler beneficiare di ambienti ben illuminati, ma ben pochi sono coloro che si avvalgono di specialisti, ovvero di lighting designer professionisti che con le dovute competenze sono in grado di controllare il complesso iter progettuale che è alla base di una buona illuminazione.
Spesso non si è al corrente delle ampie conoscenze che deve possedere un professionista della luce. Ciò deriva anche dal fatto che in Italia il lighting design non è prescritto da alcuna legge, benché esistano delle normative di fatto raramente applicate.
La professione del lighting designer è ben più complessa e interdisciplinare di quanto comunemente si immagini. In sintesi è un connubio tra arte e scienza.

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Lighting Design come arte

È un’arte perché è una forma di creatività, un’espressione estetica, un linguaggio che se usato con sensibilità, riesce ad enfatizzare le peculiarità di un’architettura, di un monumento, di una piazza o di un ambiente.
Con un progetto ben studiato, caratterizzato da gerarchie d’interesse visivo mirate, è possibile guidare l’osservatore nello spazio e stimolare la curiosità verso i punti strategici di un luogo. La luce offre anche dei risultati percettivi inediti, o rende accogliente un ambiente di per sé poco invitante.
Chi progetta deve essere consapevole di quanto e in che modo la luce influisce sugli stati d’animo delle persone. Si può suscitare infatti interesse, favorire la socializzazione o stimolare l’interazione con i contenuti espositivi di una mostra. Ogni progetto può avere molte sfaccettature in base ai suoi “focus”, senza mai perdere di vista la necessità di migliorare le qualità ambientali e del vivere.

Ogni luogo, inoltre, ha una sua specificità e per illuminarlo bisogna conoscerlo nelle sue valenze estetiche e storiche, rispettarlo e analizzarlo a fondo, per poi decidere cosa celare o cosa far vedere e, soprattutto, come farlo vedere.
Il risultato progettuale quindi dipende molto dalla sensibilità e dalle basi culturali del lighting designer, oltre che dalla sua esperienza e dalle sue competenze tecniche.

Lighting Design come scienza

Allo stesso tempo questa professione è anche una scienza, in quanto richiede conoscenze scientifiche e tecniche necessarie al controllo dei differenti parametri che concorrono alla definizione e alla realizzazione degli effetti luminosi, secondo gli obiettivi progettuali preposti.
La luce con le sue caratteristiche, sia a livello qualitativo che quantitativo, deve essere esaminata e calibrata in funzione della sua interazione con i colori, con i materiali, oltre che con le valenze morfologiche e spaziali di un ambiente.
È altrettanto importante conoscere come la luce interviene sui processi e sulle alterazioni fotochimiche e quindi sul deterioramento di alcuni materiali. Aspetti importanti quando si interviene in un museo, all’interno di una chiesa o in ambienti storici caratterizzati da affreschi o altre opere fotosensibili.
È altresì necessario sapere come la luce influisce, oltre che fisiologicamente e psicologicamente sull’uomo e sui suoi ritmi circadiani, anche sulla fauna e sulla vegetazione presenti nel luogo. Oggi più che mai, chi ha una responsabilità progettuale è necessario che operi con sensibilità e coscienza etica, tenendo presente tutte le condizioni di benessere ambientale che vanno salvaguardate.
A queste competenze se ne aggiungono altre, come ad esempio il costante aggiornamento sulle soluzioni tecnologiche.

Ormai il passaggio dalla luce elettrica a quella elettronica dei LED si è consolidato e, per quanto i sistemi mirino alla semplicità di utilizzo da parte dell’utente finale, sono comunque soluzioni complesse che richiedono competenze specialistiche e progettazioni sempre più accurate. Quest’ultimo aspetto purtroppo non sempre viene compreso, l’illuminazione con la sua libertà di gestione, a volte rischia di essere recepita solo in forma ludica, oppure come qualcosa che può essere “aggiustata” in fase d’uso anche senza adeguati presupposti progettuali. Questo è un atteggiamento fuorviante, sia a scapito del risultato delle qualità ambientali, sia per il rischio di investire inutilmente su sistemi che poi risultano sottoutilizzati o, al contrario, di adottare soluzioni con scarse prestazioni in confronto alle aspettative.
È importante quindi essere affiancati da professionisti competenti che siano in grado di cogliere il quadro complessivo di tutte le esigenze, e che siano altresì capaci di effettuare delle scelte mirate sulle soluzioni tecnologiche, con un’adeguata stima dei relativi costi e dei benefici.
Infine, c’è un ampio panorama legislativo e normativo che il professionista deve conoscere e rispettare.
Questi brevi spunti evidenziano la complessità di un vero progetto della luce, che deve essere recepito in tutti i suoi valori interdisciplinari ed etici. Valori che devono essere compresi a livello culturale dalla committenza in quanto sono poi loro che concorrono alla reale qualità ambientale e alla valorizzazione dei nostri spazi.